Nel mondo post-Covid19, c’è un continente che non si potrà più ignorare: l’Africa. Le conseguenze della pandemia, ridotte rispetto al resto del mondo, evidenziano uno dei grandi punti di forza del continente, la sua demografia: un africano su due, infatti, ha meno di 20 anni, e il 70% della popolazione meno di 30.
Il fattore età, unito a una forte crescita economica, sociale e culturale, è un volano per lo sviluppo delle imprese, come hanno capito bene anche molti imprenditori nel nostro paese, sia italiani sia africani italofoni.
Diversi tra questi saranno protagonisti di VadoinAfrica Summit: tre giorni di talk, incontri e testimonianze, dal 20 al 22 maggio, per raccontare l’imprenditoria a cavallo tra Italia e Africa. Con le loro storie e i loro progetti, questi imprenditori vogliono raccontare un modello di sviluppo sostenibile, in grado di superare la narrazione comune che vede l’Africa come un continente senza possibilità.
IL CAFFÈ DI ALTA QUOTA DAL RUANDA A ROMA, LA MODA ETICA DALLA TANZANIA, IL THE ORGANICO DALL’UGANDA- Tra di loro, Fabrizio Rinaldi, fondatore della storica torrefazione romana Caffè Rinaldi, che ha diverse partnership di lungo corso con Paesi africani tra cui il Ruanda: da lì esporta una pregiata qualità di caffè coltivato ad alta quota nella Mahembe Washing Station, oltre 8 ettari di coltivazioni gestiti da una comunità di agricoltori locali.
E poi, Francesca De Gottardo, fondatrice di Endelea, brand di ethical fashion realizzato in Tanzania con un design che mescola tessuti africani e gusti europei, che ha vinto la decima edizione del Premio Marzotto. E ancora, Pamela Anyoti Peronaci, fondatrice di AsanteMama che esporta prodotti ugandesi nel mondo, tra cui pregiate qualità di the organico. E Lorenzo Boncompagni, fondatore di Capture Solutions, che sviluppa applicazioni mobile per l’ambito agricolo: con sede a Nairobi, lavora anche in Tanzania, Nigeria, Costa d’Avorio e Regno Unito.
IL PIÙ ALTO TASSO DI IMPRENDITORIALITÀ DEL MONDO– Cinquantaquattro paesi accomunati da una grande espansione demografica che- tranne poche eccezioni- diventa anche crescita economica, sociale e culturale. Sono molti i fattori che hanno portato gli osservatori internazionali a sostenere che l’Africa abbia il più alto tasso di imprenditorialità del mondo:
- 400 aziende con un fatturato superiore al miliardo di dollari (fonte: McKinsey)
- il numero in costante crescita di startup locali e il capitale investito in queste imprese (fonte: TechCrunch)
- l’ingresso di società globali nel continente: la parte più profittevole di Amazon Cloud è stata creata ed è tuttora gestita in Sudafrica
- una costante crescita dei livelli di reddito pro capite, istruzione e servizi (nonostante le forti disparità)
Inoltre, l’entrata in vigore, a inizio 2021, dell’AfCFTA- accordo continentale di libero scambio- rende l’Africa uno dei mercati più interessanti in cui sviluppare business sostenibili e inclusivi, agevolati anche dal fattore del digitale che aiuta a superare le distanze.
Particolarmente all’avanguardia, in questo senso, è proprio l’Italia: sono centinaia, infatti, i casi di imprenditori che dal nostro paese creano piccole e medie imprese che valorizzano ed esportano prodotti locali- con notevoli ricadute positive anche sull’economia del posto-, e stringono partnership, rifocalizzando la propria strategia su un continente ancora poco noto.
A giocare un ruolo importante anche le diaspore africane italofone, tra cui si contano ormai numerosi imprenditori e professionisti qualificati.
UN APPROCCIO NUOVO ALL’AFRICA– “Nel continente africano sono in corso numerosi cambiamenti, sociali, economici e culturali, ed è fondamentale andare oltre l’idea del continente senza speranza, di guerre, povertà e malattie, per concentrarsi invece su come costruire interazioni win-win” spiega Martino Ghielmi, fondatore di vadoinafrica.com: “L’Italia è contigua al continente africano: anche a livello culturale siamo il popolo europeo più vicino a questo universo” conclude Ghielmi, rilevando che però “per ragioni storiche e linguistiche, fatichiamo ancora ad accorgercene. Invece, abbiamo tutte le caratteristiche per diventare un vero e proprio ponte tra Europa e Africa, anche partendo dai numerosi piccoli imprenditori che già esportano tecnologie e know how”.
Ideato con Fabio Santoni, consulente specializzato nell’export e nell’internazionalizzazione delle PMI italiane, ViA Summit vuole essere l’occasione per “evitare pericolosi errori di approccio a questi mercati suggerendo invece il Fattore C, l’elemento meno noto ma più importante per avere successo nel continente.
VadoinAfrica è la prima community collaborativa degli imprenditori e professionisti che creano valore con il continente africano: fondata nel 2017 da Martino Ghielmi, conta oltre 15mila iscritti che condividono quotidianamente esperienze, contatti e risorse utili.