Per agire in modo sostenibile bisogna pensare sostenibile: è con questo claim che Salvatore Ferragamo, brand fiorentino di luxury fashion, ha lanciato lo scorso aprile  Sustainable Thinking, una nuova piattaforma dedicata ad approfondimenti tematici che abbracciano il pensiero sostenibile a 360 gradi. Sustainable Thinking nasce con l’intento di ospitare, nutrire e supportare lo scambio attorno alle tematiche della sostenibilità, dell’inclusività, del sostegno culturale.

La piattaforma, che connette i progetti e le attività responsabili della Maison in un’unica dimensione concettuale, sarà il punto di partenza per nuovi spunti di conversazione, grazie a un network internazionale di contributor con diverse sensibilità ed esperienze, pronti a confrontarsi in sintonia con il continuo evolversi delle tematiche sostenibili.

Con un’attenzione allo scambio e all’apertura verso l’esterno, Sustainable Thinking è una sfida a servirsi del web in modo differente. Ferragamo esalta il dialogo come aspetto fondamentale della sostenibilità e dell’inclusività. Cultura e condivisione sono alla base della ripartenza, in questo momento storico in cui la frammentazione è divenuta normalità.

“Il settore in cui operiamo si è trovato a dover ripensare tempi e priorità. Sustainable Thinking è un punto di partenza che definisce dove stiamo andando, la volontà di realizzare il sogno comune di un futuro sempre più responsabile.” – commenta Micaela le Divelec Lemmi, CEO di Salvatore Ferragamo S.p.A.. “Sustainable Thinking è il nostro impegno nell’essere responsabili della creazione di una bellezza reale e duratura, attraverso il richiamo a valori imprescindibili del genius loci come artigianato, tecnologia, ricerca e sostenibilità.”

L’iniziativa di Salvatore Ferragamo rientra tra le molte attuate negli ultimi anni dai brand fashion a supporto della sostenibilità: a partire da Stella McCartney, tra le prime a fare un trend del proprio personale lifestyle (è vegana convinta), tutti i grandi marchi hanno gradualmente preso coscienza dell’importanza di un impegno green.

Tra le più recenti- e interessanti- iniziative in questo senso, quelle di:

  • Prada, che ha deciso di reinventare il nylon, storico tessuto impiegato dal brand fin dalla nascita, negli anni Ottanta, che adesso diventa completamente sostenibile. Il brand ha inaugurato infatti una collaborazione con Aquafil, produttore italiano di filati tessili, per utilizzare il nylon sostenibile da loro promosso, l’Econyl,un tessuto ad alte prestazioni già utilizzato da diverse aziende realizzato con nylon, plastica e scarti tessili, e riciclabile più e più volte. L’obiettivo è quello di impiegare esclusivamente nylon sostenibile entro il 2021.

 

  • Gucci, che ha introdotto Equilibrium, il proprio piano di sostenibilità ambientale. Natural Climate Solutions Portfolio di Gucci, infatti, integra interventi di protezione e ricostituzione di foreste e di mangrovie in aree significative per la biodiversità e a rischio di deforestazione e l’adozione di pratiche di agricoltura rigenerativa all’interno della sua supply chain. Il tutto dopo aver raggiunto, dal 2018, la carbon neutrality per tutte le proprie attività e quelle dell’intera filiera.

 

  • Adidas, che ha scelto un pezzo iconico, le sneakers Stan Smith, per continuare a sostenere con forza il proprio impegno a favore dell’ambiente (che ha già portato il brand a mettere in agenda l’utilizzo esclusivo di poliestere 100% riciclato entro il 2024). Nel frattempo, la tomaia dello storico modello nato nel 1973 verrà realizzata con materiali Primegreen, vale a dire certificati come prodotti interamente da materiali di recupero; solo nel 2020, infatti, Adidas ha recuperato circa 7mila tonnellate di rifiuti, equivalenti a circa 350 milioni di bottiglie, che nei prossimi mesi serviranno per produrre 17 milioni di paia di scarpe.