Cosa succederebbe se i dipendenti delle aziende italiane che godono dei crediti welfare iniziassero a spenderli negli esercizi del territorio in cui vivono, al posto di utilizzarli sulle piattaforme e-commerce o tramutandoli in buoni carburante, come di norma avviene?

Si aiuterebbe una intera comunità creando un ciclo così virtuoso da dare una spinta economica fondamentale in un momento delicato come questo; ricadute di centinaia di milioni di euro a livello nazionale che rimarrebbero all’interno di un sistema nato proprio per sostenere l’imprenditore locale. Sono infatti più di 3 milioni i dipendenti italiani che godono dei crediti welfare per un controvalore medio che si aggira sugli 850 euro all’anno pro capite.

Una semplice quanto rivoluzionaria idea che fino ad oggi ha avuto difficoltà a concretizzarsi, a causa dei gap tecnologici che impedivano ai piccoli esercenti di poter entrare a far parte di questo circuito.

GOWelfare– Gap che è stato risolto grazie a GOWelfare, progetto firmato da Tantosvago, tra le principali aziende italiane nella fornitura di servizi ai welfare providers e tra le 28 startup più innovative del panorama italiano secondo “Sifted”, magazine di settore del Financial Times.

Una app, una piattaforma nata al termine di due anni di ricerche che sta dando vita al primo sistema di welfare aziendale di prossimità grazie al quale i dipendenti ora possono spendere i loro crediti non più solo sui siti dei grandi players internazionali quanto direttamente nelle attività commerciali sotto casa: dai negozi di abbigliamento a quelli che forniscono prodotti sanitari, nei centri sportivi, nei saloni di bellezza, presso ristoranti, panifici, ferramente, librerie, edicole, bar, pub e molto altro ancora.

GOWelfare è stato lanciato in questi giorni nella provincia di Latina, scelta per testare il complesso sistema tecnologico che vanta anche un dedicato widget per siti e-commerce con un sistema di welfare proximity payment, in vista dell’espansione nelle altre province italiane. Una scelta non casuale, dato che il territorio pontino vanta uno dei maggiori poli farmaceutici, con la presenza di aziende del calibro di Abbvie, Heinz, Janssen-Cilag, Mapei e BSP Pharmaceutical solo per citarne alcune, e con oltre 10mila dipendenti che attingono al credito welfare. Ad oggi sono più di 100 gli esercizi di Latina e provincia che hanno aderito, i quali ora possono competere ad armi pari con i colossi dell’e-commerce.

“E’ noto a tutti come nel corso degli anni, soprattutto nell’ultimo, le abitudini del consumatore finale sono cambiate mostrando maggiore attenzione verso le piattaforme e-commerce rispetto all’esercente locale – spiega Matteo Romano, CEO di Tantosvago -. Questo è dovuto non solo alla ‘comodità’ che si offre al cliente ma anche al fatto che la controparte, ossia il piccolo commerciante, non riesce a disporre degli stessi mezzi tecnologici dei suoi maggiori competitors e quindi scompare letteralmente nella fase di scelta del prodotto o servizio da acquistare. Questo fenomeno si riflette anche nel welfare aziendale dove ai dipendenti vengono presentate soluzioni quasi sempre offerte da grandi piattaforme. Come mettere allora in evidenza anche l’offerta del piccolo commerciante agli occhi del lavoratore che dispone dei benefits aziendali? La risposta è contenuta in GOWelfare, il welfare aziendale di prossimità.

Dopo Latina, abbiamo già ricevuto l’interesse di altre città ad ospitare il progetto, tra le quali Genova e Parma, solo per citarne alcune, grazie alla sensibilità delle amministrazioni pubbliche che hanno evidenziato come il welfare aziendale di prossimità sia una delle principali soluzioni per rimettere in moto, o spingere ancor di più, l’economica del territorio in cui operano e il relativo benessere dei suoi cittadini”.