Gaetano Ginex, vivere l’immaginario.

Servizio a cura di Angelo Mastria – Testi a cura di Felice Ragazzo

Le Città che viviamo sono quelle che sono. Quando si pensano e si progettano si vorrebbero ideali, ma poi, talvolta, o per lo più, ci appaiono lugubri, tristi, ripetitive, noiose: acerbe d’illusione.

L’originaria fragranza, se mai c’è stata, col tempo svanisce, forse anche perché deperisce il germe d’inventiva, sempre rimpiazzato da un nuovo sentire. Soltanto la storia, in casi fortunati, dona valore aggiunto. È la prova che non basta, né il concreto, né il reale: necessita, per ogni cosa, l’oltrepassare. Fosse pur anche il sogno! Ma questo muta ad ogni istante e mal si concilia al costruire. È giocoforza allora trasfigurare, rincorrere il mito, vitalizzare la favola, incalzare l’allegoria, modulare la metafora, stuzzicare il paradosso – piegare l’icona. È giocoforza specchiare – nel reale spazio urbano – immagini di fantasia. Gaetano Ginex si astiene dal fare tutto ciò su muri smisurati, almeno in questo caso è riservato.

Eppure il suo spazio è immenso e pluri-figurato, quanto il Mediterraneo della leggenda. I suoi frammenti di Città – visibili e tangibili – mischiano Oriente ed Occidente: Città adagiate su cappelli, cavalli, cammelli; Città che vestono alacri armigeri, che attrezzano Pupi marziali, che acconciano volti femminei; Città che riecheggiano le stelle. L’epica turrita si addolcisce, aleggia la festa, permane il disincanto, ma appare bandita la guerra. Non più solo Palermo, non più solo Carini, non più solo Agrigento, non più solo Eraclea. Non più solo Sicilia quotidiana.

Ma, tutte le Diomira, tutte le Isidora, tutte le Zaira, tutte le Fedora, tutte le Laudomia, tutte le Ippazia, tutte le Raissa… Potesse Colapesce tornare oggi in superficie, quanta gioia gli darebbe questa Sicilia del suo sacrificio.

Chi è Gaetano Ginex?

Insegna all’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria, afferente al Dipartimento dArTe. Ha partecipato a comitati editoriali di riviste di architettura, ha svolto incarichi di insegnamento presso Atenei esteri, ha partecipato a progetti di ricerca e a comitati scientifici nazionali ed internazionali. È stato invitato a partecipare a numerose mostre di disegni. Svolge una costante attività di ricerca sui temi della rappresentazione in architettura. Sogna città mai trovate ed è ossessionato dagli “Archetipi”. Il suo pensiero costante è la “Forma”. Pratica un pensiero morfologico come base cognitiva e usa il disegno per elaborare un laboratorio concettuale che esplora l’origine delle cose e il rimando costante tra il visibile e l’invisibile.