di
Maura Fancello
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Federica Fulghesu
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Ricevo una telefonata: è la mia socia. Socia, bisogna precisare, non nel senso di collega, ma nel senso che condividiamo un sogno.

“Dal primo al quattro luglio sarò in viaggio, devi assolutamente venire. “Dove?” rispondo incuriosita.

“Boat Camp, mi hanno appena presa”. E’ entusiasta e il suo entusiasmo è contagioso.

“Racconta!” rispondo sorridendo.

“Una crociera di innovazione che parte il primo luglio da Civitavecchia, arriva a Barcellona e poi di nuovo a Civitavecchia. Un’intensa attività di formazione e co-creazione sui temi dell’imprenditoria sociale con un setting in mare aperto. Modelli di business inclusivi con focus sulle dinamiche migratorie.” Dice tutto d’un fiato quasi inciampando fra le parole e poi esplodendo in una risata di felicità.

Un luogo non casuale quello della traversata in mare per elaborare idee e… sulle migrazioni! Mi ha già convinto. “Come si procede?” Chiedo. “Per partecipare occorre preparare una proposta, la mia è stata premiata con una borsa di studio under 30. Ti immagini se ci prendono tutte e due?”

Mi metto al lavoro e… hanno preso anche me.

Inizia così il nostro viaggio, ancora sulla terra ferma, ma con il fermento che si respira all’alba di una partenza.

Dal primo al quattro luglio vi racconteremo insieme il fermento che attraverserà il Mar Mediterraneo, portandoci all’incontro con imprenditori, innovatori sociali, operatori della cooperazione internazionale, protagonisti della diaspora. Il Boat Camp è un’occasione unica in cui attori del settore corporate, della finanza, della società civile e dell’imprenditoria sociale possono dialogare, confrontarsi e costruire insieme, pensando a modelli di business sostenibile e di impatto.

Questo viaggio non ha l’obiettivo di indagare la complessità della dinamica migratoria ma vuole invece concentrarsi sulla dimensione economica delle migrazioni. Molti sono infatti i riflettori mediatici sugli interventi sociali in Italia e in Europa durante la fase dell’accoglienza di profughi, richiedenti asilo e migranti. Molti meno invece i riflettori accesi sull’indagine della ‘fase due’, ovvero su ciò che accade o che potrebbe accadere quando i nuovi cittadini, usciti da centri di accoglienza e da progetti sussidiati, devono provare a reinventarsi una vita e costruirsi una possibilità di lavoro nei nuovi paesi ospitanti.

Lungo la rotta Civitavecchia – Barcellona, il Social Enterprise Boat Camp è un’occasione per disegnare e consolidare iniziative imprenditoriali ad alto impatto sociale, nella convinzione che ci siano delle reali opportunità per alimentare la sostenibilità finanziaria e soprattutto la dignità, l’uguaglianza e la giustizia.

Il viaggio è insieme occasione di dialogo e formazione che vedrà impegnati imprenditori sociali, lavoratori delle cooperative, giovani innovatori, change marker, technologist, operatori della cooperazione internazionale e delle Ong.

A bordo saranno proposti modelli di business selezionati e già testati sul mercato, casi studio d’impresa fondate, gestite o che si avvalgono del contributo di residenti e migranti e che si occupano di problematiche sociali correlate ai flussi migratori. I lavori si articoleranno intorno agli ingredienti indispensabili per costruire e sviluppare un’impresa sociale (branding, storytelling, partnership, finanziamenti, misurazione di impatto). Faranno da stimolo le testimonianze portate da esperti del settore e anche da illuminati imprenditori, da profughi, richiedenti asilo o migranti che sono riusciti a diventare autori del proprio processo di sviluppo economico. Le sessioni di formazione offriranno inoltre degli spunti per comprendere come le imprese sociali possono svilupparsi, crescere e diventare modelli replicabili e scalabili con la capacità di posizionarsi sul mercato.

Il proverbio cinese recita: “Quando soffia il vento del cambiamento, alcuni costruiscono muri, altri mulino a vento”.

Noi su questa rotta spieghiamo le vele! Testimoni entusiaste di una traversata all’insegna della scoperta, della progettazione condivisa, dell’incontro e del confronto.

Per raccontarvi questo viaggio abbiamo creato un diario di bordo in cui raccoglieremo pensieri, brevi narrazioni, scatti, interviste e spunti.

Solo old fashion? Assolutamente no! L’assenza di wifi a bordo ci ha costretto a fare un passo indietro nel tempo, che tutto sommato però ci piace. Il nostro diario di bordo è un social old style, uno strumento condiviso per raccogliere idee e momenti, condividerli e raccontarli.

Se volete seguirci nella traversata però non aspettatevi immediatezza, ma restate curiosi come quando si aspetta una lettera.