Federico Clapis, una vita dietro l’altra.

di Walter Scarfò – Testi a cura di Felice Ragazzo

Federico Clapis vive due vite, ed una anteriore già l’ha vissuta. Si può forse dire di lui che sia, anche soltanto in piccola parte, un reincarnato?

La prima vita è quella reale, tutta in atto, come mortale. È piena e matura eppure con tutta la strada ancora davanti.
Capelli ancor neri, eloquio sciolto, frasi concise, argomenti essenziali, visioni spaziose, fiducia nel fare, futuro a portata di mano… 

La seconda vita, invece, l’ha ben consumata nei social prima maniera: roba, per chi è del settore, oramai da passato digitale remoto. La seconda – bis vita – è proprio da poco iniziata. La scommessa esclusiva è ora tutta su questa. Dove, il qui ed ora, è Immaginazione, dove la “Realtà” si dice “Aumentata”, dove il linguaggio Verbale trasmuta in Fattuale, dove lo Spazio si scambia col Tempo, dove la Meccanica ruota nei Quanti, dove l’Intrattenere cede il passo al Fruire, dove l’Arte è Ispirazione, Emozione, Passione, Contemplazione, ma anche Provocazione.

Il Niterói Museum che fa capolino tra i social è la migliore delle sorprese. Sarà felice Niemeyer che l’Arte per lui è stata una vita in diretta. Un posto ideale, per una “Addolorata Concezione”, per una “The Connection”, per una “Existential Questions”, per un “Touch Scream”…

Federico Clapis (4 aprile 1987, Milano) è un artista contemporaneo italiano. Sviluppa la propria carriera in modo del tutto singolare aprendo nuovi itinerari e orizzonti nel mondo dell’arte. Per anni lavora “sotto copertura“ producendo video virali sui social networks e accumulando milioni di fan e visualizzazioni.

Nel settembre 2015, all’apice della popolarità mediatica, decide di abbandonare la scena dell’intrattenimento e trasforma la sua rilevante presenza online in uno strumento di diffusione dei propri lavori artistici, fino allora tenuti nascosti.

L’apprezzamento del pubblico digitale è cresciuto rendendolo nel panorama internazionale tra gli artisti più influenti sui social network, mentre le sue opere trovano spazi ed estimatori nel mondo dell’arte contemporanea.