Claudio Nardulli: Liscissimi Marmi

Servizio a cura di Angelo Mastria. Testi di Felice Ragazzo 

L’arte suscita emozione, riflessione, estasi; scatena immaginazione; sprona emulazione. C’è un oltre nei “Marmi” di Nardulli… si fonde in essi, come non mai, la suggestione del pensiero con l’esaltazione dei sensi. La materia lapidea è qui spazialmente avvolta, così come l’aria è racchiusa in bolle di sapone. Tutto, e in ogni parte, è liscio stabilmente. In matematica, in geometria, in topologia, la liscezza è cruciale. È sinonimo di continuità. Sono vani i distinguo: in ogni punto persiste un “solo” e un “sempre”! È una geometria inusuale per noi di Euclide. I “Liscissimi Marmi” ci conducono a Riemann e alla sua geometria ellittica, così come ai sassi di fiume. È una coscienza creativa che mette in luce una ricerca dell’originalità, non soltanto per mezzo di percorsi gestuali, ma anche di impegno riflessivo e cognitivo. 

I “Liscissimi Marmi” hanno forme d’ala, o di ellissoidi a tre vie che basta spingerli, toccandone un’estremità, che subito la massa si mette in movimento, ruotando nel punto di contatto a terra sulla verticale del baricentro. Per mezzo di cui ben si evidenzia un risvolto peculiare, tutto incentrato sulla locuzione “spazio-tempo”, in una sublime logica tetra-dimensionale. Non a caso perde senso la fissità della fruizione della forma prima, essendo più feconda e stimolante una seconda, frutto tanto del dinamismo di se stessa, quanto dell’osservazione mobile di chi vi gira intorno. 

Questi “Liscissimi Marmi” sviluppano il senso del leggero, eppure sono pietra; sviluppano il senso dell’aerodinamico, eppure non volano; sviluppano il senso dell’acquatico, eppure non nuotano. Sono marmi! Sono artefatti! Sono sculture! Sono oggetti da vedere e da toccare! Sono opere d’arte!

Claudio Nardulli, architetto, scultore, fotografo vive e lavora a Roma. Fin dagli anni ’90 sviluppa un’intensa attività sperimentale nella ricerca formale applicata alla pietra. La sua formazione artistica e scientifica si giova della frequentazione di figure di spicco, dell’arte, dell’architettura e della cultura artistica quali: Giuseppe Appella, Edo Janich, Nedda Guidi, Tito Amodei, Alessandro Anselmi, Giorgio Blanco e di quelle scientifiche di Rodolfo Guzzi e di Felice Ragazzo. Tra le ultime mostre: “I paradossi della pietra”, Complesso Monumentale della Scala Santa, Roma, 2014; “Interpretazione di una forma”, Casa dell’Architettura, Roma, 2017; “Archetipo: L’idea e l’immagine” MiBACT, Capo di Bove, Parco Archelogico dell’Appia Antica, Roma, 2017.