La Conferenza di Apertura ha ospitato gli interventi di Marco Bellezza (Consigliere del Vicepresidente del Consiglio Di Mario, che sarà invece presente nella conferenza di chiusura della Week), di Fabio Refrigeri (Consigliere del Presidente della Regione Lazio Zingaretti) e di Flavia Marzano, Assessora a Roma semplice del Comune. Tre rappresentanti dei principali livelli istituzionali a sottolineare l’interesse per il mondo dell’innovazione e per lo sviluppo economico. Bellezza ha ricordato la creazione del Fondo Nazionale per l’Innovazione, previsto dalla Legge di Bilancio 2019 per riordinare le risorse pubbliche sul settore, e ha sottolineato la necessità di un player pubblico che faccia da traino per gli investimenti sull’ecosistema startup. Fabio Refrigeri ha parlato della crescita del sistema nel Lazio, dove oggi ci sono 1100 imprese innovative rispetto alle sole 49 di un qualche anno fa, ricordando la Commissione Startup Lazio voluta dalla Regione e che ha tra i propri obiettivi il coinvolgimento delle scuole e dei centri di ricerca. Flavia Marzano ha sostenuto che mettendo in rete i centri di ricerca, le imprese, il Governo, le Istituzioni del territorio, si possa produrre innovazione duratura, di qualità. Il Presidente di Roma Startup, Gianmarco Carnovale, ha concluso ricordando che “la Rome Startup Week è a sua volta una sorta di startup: da tre anni sta creando sinergie tra gli operatori attraverso un momento di condivisione concreta per capire cosa serve all’ecosistema territoriale, per fornire una vetrina e collegarsi ad altri sistemi, per creare dialogo e trasferimento culturale. Questo evento vuole parlare alla città andando inoltre contro lo storytelling che spesso denigra Roma, che è già un hub per le imprese innovative. Noi di Roma Startup siamo qui per restare e per crescere. E anche per contrapporci a una narrazione univoca e negativa sulla città”. 

Che lo storytelling su Roma sia assai parziale è stato sottolineato a più riprese nella tavola rotonda Roma che Innova, cui hanno partecipato Roberto Corbella (Presidente dell’Associazione Per Roma), Anna Maria Bianchi (Presidente dell’Associazione Carte in Regola), Gabriele Discepoli, (Presidente di ReTake Roma Onlus), Luigi Capello, (AD di LVenture Group), Luca Seletto (Innovation Specialit per Enel) e l’Assessora Flavia Marzano. Non si negano le criticità, anche impattanti, ma per tutti gli ospiti è evidente che la Capitale sia sottoposta spesso a una rappresentazione molto peggiorativa rispetto alla sua realtà. Che è ricca, sfaccettata, piena anche di esperienze di cittadinanza attiva come quelle rappresentate dalle Associazioni Per Roma e Carte in Regola e da ReTake Roma Onlus. Volontariato per pulire parchi o cancellare scritte sui monumenti, comitati di quartiere che affrontano battaglie specifiche, lavoro sulle periferie e per la tutela degli spazi pubblici: tutto questo a Roma esiste e vede impegnati migliaia e migliaia di cittadini. Anna Maria Bianchi, in particolare, ricorda che Carte in Regola è nata nel 2012 come gruppo informale che ha messo assieme comitati di quartiere e associazioni per una battaglia a tutela dei mercati rionali. “Da allora – ha detto – abbiamo deciso di proseguire e diventare una spina nel fianco dell’Amministrazione. Pensiamo che la partecipazione dei cittadini faccia da anticorpo ai problemi di una città gigantesca, in cui ogni Municipio equivale a una media città di provincia. Noi abbiamo creato una rete tra i comitati per far conoscere ai romani stessi le centinaia di realtà esistenti e stiamo realizzando una vera e propria mappatura delle periferie, coinvolgendo i comitati lì presenti e mettendo online le loro attività: in ogni quartiere di Roma ci sono situazioni molto positive per la città”. Luca Seletto di Enel e Luigi Capello, Amministratore Delegato Lventure Group (il primo acceleratore italiano per le startup), hanno guardato la situazione dal punto di vista manageriale: anche su questo c’è parecchio da contrapporre alla narrazione dominante sulla Capitale. Enel, con sede a Roma, in questo contesto è un facilitatore di iniziative imprenditoriali innovative: “Essendo una grande impresa – ha detto Seletto –  Enel può fornire un mercato alle startup. Se è fondamentale il supporto alla nascita, per evitare un’alta mortalità servono infatti spazi per il business: visto che siamo presenti in molti Paesi, mettiamo a disposizione la nostra rete per le nuove società che lavorano con noi. Roma è una realtà vivace per le imprese innovative e noi possiamo creare un doppio movimento che porta il locale al globale ma anche il globale a Roma: per esempio abbiamo contribuito a portare in città l’headquarter di una startup americana con cui lavoriamo”. Luigi Capello, Amministratore Delegato Lventure Group, ha un’esperienza che parte da Milano, attraversa la Silicon Valley e approda a Roma “una città ha tutto quel che serve, a partire dal fatto che è la prima città d’Europa per numero di studenti universitari e ha facoltà di eccellenza nelle materie sia economiche che informatiche. LVenture Group è oggi il maggior investitore per il venture capital a Roma che significa, in concreto, che abbiamo aiutato a creare circa 5.000 posti di lavoro e in particolare 1.300 solo su alta tecnologia e management. Il venture capital crea lavoro a Roma, città con un ecosistema estremamente positivo anche se spesso non ce ne rendiamo conto”. “Bisogna far emergere queste esperienze, come stiamo facendo oggi – ha detto l’Assessora Marzano – una giornata in cui mi sento dentro a un’atmosfera culturale che conosco e riconosco. E che va valorizzata di più”. 

Roma è un luogo di talenti, di iniziative imprenditoriali e creatività. A dimostrarlo è stata anche la Conferenza Cacciatori di Unicorni, i cui ospiti sono stati il creatore di Candy Crush Saga Riccardo Zacconi (Fondatore e AD di King.com), Marco Trombetti (Fondatore e AD di Translated) e Andrea Dusi (Fondatore di Wish Days & Impactscool). Tre campioni di successo le cui storie sono intrecciate a Roma (almeno per quanto riguarda Zacconi e Trombetti), tutti e tre concordi sul fatto che la fortuna non basta ma serva tanta perseveranza. “Dopo gli studi alla Luiss di Roma – ha detto Zacconi – sono andato all’estero e in Germania, nel 1999, ho creato la mia prima startup che poi ho venduto guadagnando pochissimo. Un’esperienza di scarsa redditività, ma di enorme utilità perché ho conosciuto le persone con cui poi ho creato nel 2003 King da cui si è sviluppato poi il gioco Candy Crush Saga. Per la mia esperienza direi che una startup si può creare ovunque e con finanziamenti anche bassissimi: a Roma oggi ci sono più incubatori di quanti ne avessi mai visti quando ho iniziato. I requisiti per fare imprese innovative qui ci sono, ma per durare è fondamentale il capitale umano. Se l’idea deve essere nuova e forte, senza un capitale umano appropriato è sicuro che qualunque idea avrà una storia molto breve”. Nel 1999 nasce anche Translated di Marco Trombetti, una delle prime esperienze di traduzione basate sull’intelligenza artificiale e che all’inizio del Millennio ha avviato sperimentazioni pionieristiche, tanto da agganciare subito tra i suoi clienti Google: “con oltre 2 milioni di traduzioni fatte in 20 anni di machine learning, la nostra macchina è oggi specializzatissima”. Trombetti ha poi lanciato Pi Campus per supportare giovani imprenditori: “La nostra sede è a Roma, all’Eur, dove abbiamo nove ville residenziali in cui lavorano quasi 50 persone. Il posto migliore in cui fare startup al mondo è dove c’è il capitale umano migliore per quel mercato e ci sono utenti che capiscono il prodotto: la California è la scelta razionale migliore in cui fare impresa. Ma la verità è che il risultato economico a breve termine non è tutto e ognuno di noi è motivato anche da altro: chi vive in California oggi è strozzato da prezzi elevatissimi per vivere. La concentrazione di competitività che si trova in California, basata sull’alta redditività nel breve periodo, crea un tipo di società molto diversa da quella che si può creare puntando a obiettivi di lungo periodo. In Italia ci sono fattori che vediamo spesso come svantaggi e che invece, visti in altra ottica, sono vantaggi: qui si può creare valore di lungo periodo, che è un obiettivo molto importante. Di certo idee e capitale umano sono centrali”. Andrea Dusi ha invece creato la società Wish Days, nota per i cofanetti-regalo esperienziali poi venduta a Smartbox, e rimarca nuovamente che per far funzionare un’impresa innovativa serve un desiderio reale, una passione pulsante, e che pensare alla sola redditività di breve periodo è sminuente. “Pensare ad avere un fatturato sempre più alto mi aveva nel tempo procurato un’enorme insoddisfazione – ha detto Dusi – e a un certo punto ho deciso di vendere la mia società, accettando addirittura l’offerta del nostro principale competitor. La verità è che volevo focalizzarmi sull’educazione, così ho creato Impactscool con Andrea Geremicca e Cristina Pozzi. L’obiettivo è insegnare cosa serve per il futuro dell’economia ma soprattutto provare a lavorare assieme al migliore dei futuri possibili, a partire dall’impatto ambientale che per me è un tema centrale”. Nel partecipato incontro con questi tre grandi imprenditori – che si rivelano non solo visionari ma anche attenti all’impatto sociale dell’innovazione – si è sottolineato come i contesti positivi siano improntati all’apertura e al meticciato culturale, alla tolleranza, al networking che aiuta a far nascere le idee, e al capitale umano che è stato il fattore più citato come necessario.

Il ruolo dell’istruzione nella formazione delle competenze è al centro della Tavola Rotonda L’avvenire di scuola, università e ricerca (ancora in corso), aperta da un messaggio del Vice-Ministro all’Istruzione Lorenzo Fioramonti. I tre settori protagonisti – scuola, università e ricerca – hanno affrontato i temi dirimenti di ciascun segmento educativo per agganciare lo sviluppo tecnologico e l’istruzione. Se – come gli imprenditori di successo intervenuti nel panel precedente hanno sottolineato – il capitale umano è il vero oro del business, l’istruzione di qualità è il modo per ottenerlo: di fronte al mercato che cambia, alla velocità dell’evoluzione tecnologica, ai nuovi metodi di apprendimento, la Tavola Rotonda ha rilevato che anche in Italia si stanno aggiornando, forse silenziosamente ma inesorabilmente, le metodologie. Anche grazie a lezioni mirate nelle scuole, realizzate da realtà innovative – come la già citata Impactscool di Dusi, per esempio –, in cui l’insegnamento frontale lascia spazio all’interazione diretta con i dati, con la selezione dell’informazione, al pensiero agile e alla responsabilizzazione di fronte ai linguaggi e ai media. Decine di migliaia di ragazzi delle scuole superiori italiane sono già coinvolti in lezioni sperimentali di problem solving e ad apprendere competenze trasversali che permettano di acquisire competenze per poter affrontare il futuro del lavoro. Facendo diventare, in alcuni casi, le classi delle scuole, delle mini-imprese in cui creatività, talento e saperi si uniscono per strutturare il pensiero della contemporaneità.